Un nuovo focolaio di Xylella fastidiosa in provincia di Viterbo.
Il primo ritrovamento in assoluto di Xylella era avvenuto tra Montalto di Castro e Canino, nel febbraio 2022, su un mandorlo.
Come in tutti i casi finora riscontrati nella provincia di Viterbo, anche stavolta si parla della sottospecie “multiplex“, diversa dalla “pauca”, causa degli enormi danni in Puglia. Ma l’allerta è comunque alta.
I rapporti di prova del CREA hanno confermato la presenza del batterio su cinque piante di ginestra provenienti dal territorio di Tarquinia. I prelievi erano stati era eseguiti dalla Università di Viterbo, dipartimento Dafne, nell’ambito di indagini effettuate in una zona dove lo scorso novembre si erano registrati altri casi di infezione da Xylella, per la precisione su un mandorlo e su un’altra pianta di ginestra.
Nei giorni scorsi la Regione Lazio (direzione Agricoltura) ha fatto scattare il protocollo per
prevenirne la diffusione. Il provvedimento della Regione modifica i confini dell’area già delimitata a novembre. I proprietari e conduttori dei terreni ricadenti al suo interno hanno “l’obbligo di consentire l’accesso ai siti o luoghi pubblici e privati al personale ispettivo del Servizio Fitosanitario Regionale al fine di permettere lo svolgimento delle attività di sorveglianza”.
Tra le misure ufficiali ritenute necessarie da adottare c’è “la distruzione di vegetali e prodotti vegetali ritenuti contaminati o sospetti tali, nonché degli altri oggetti che possono essere veicolo di diffusione di organismi nocivi ai vegetali”.
La redazione
Fonte: www.ilmessaggero.it