Arriva Generazione Terra, la nuova misura di Ismea per comprare i terreni ai giovani. Con questo nuovo strumento fondiario – presentato a Roma al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste – l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare finanzia fino al 100% del prezzo di acquisto dei terreni.
La misura è dedicata a chi intende ampliare la superficie della propria azienda agricola, o avviare un’iniziativa imprenditoriale in agricoltura, in qualità di capo azienda.
La durata del finanziamento arriva fino a trenta anni. Il portale per la presentazione delle domande è aperto dalle ore 13:00 del primo febbraio 2023. Le domande seguiranno l’ordine cronologico di arrivo fino a esaurimento delle risorse pari a 60 milioni.
“Con la misura Generazione Terra di Ismea – afferma il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida – si dà la possibilità ai giovani che hanno idee, voglia e passione di sviluppare progetti per l’agricoltura, dotandoli di risorse finanziarie ed economiche che permettono l’acquisto e l’utilizzo dei terreni. Le novità, che sottolineo essere virtuose, consistono nel rivolgere lo sguardo non solo all’economicità di oggi, ma soprattutto alla sostenibilità anche di progetti per il futuro”.
Tra le novità, rispetto al passato, sono previsti distinti massimali di intervento finanziario e agevolazioni a seconda che il giovane sia già imprenditore agricolo o startupper con esperienza o con titolo. La durata del finanziamento arriva fino a trenta anni, con possibilità di scegliere tra tasso fisso o variabile, revisionabile nel corso dell’ammortamento, in base al profilo di rischio del richiedente. Agli startupper è riservato anche un premio di primo insediamento nella misura massima di 70mila euro, utilizzabile, nei primi cinque anni, per abbattere fino al 70% dell’importo delle rate di ammortamento.
Come per gli imprenditori già attivi, anche gli startupper potranno – nell’ambito di Generazione Terra – usufruire delle agevolazioni fiscali della piccola proprietà contadina (imposta di registro e ipotecaria in misura fissa e imposta catastale all’1%) impegnandosi nell’atto di trasferimento a conseguire, entro il termine di 24 mesi, l’iscrizione nell’apposita gestione previdenziale e assistenziale prevista per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali. Per le operazioni fondiarie di Ismea, si tratta di un’importante semplificazione per essere vicino alle nuove generazioni nell’avvio di un’iniziativa imprenditoriale in agricoltura.
Secondo la direttrice generale di Ismea, Maria Chiara Zaganelli, “negli ultimi anni le operazioni fondiarie di Ismea hanno permesso la creazione di oltre 740 imprese agricole a conduzione giovanile, per complessivi 27mila ettari e 473 milioni di euro di importo finanziato. Vogliamo continuare a sostenere la nuova imprenditorialità in agricoltura ma anche la crescita dimensionale delle imprese già attive. Puntiamo alle competenze dei giovani per garantire innovazione e competitività al settore e favorire l’agricoltura anche nelle aree a maggiore rischio di abbandono”. La maggior parte delle operazioni finanziate ricade in Sicilia e in Puglia; aree che da sole rappresentano oltre la metà delle aziende agricole nate grazie all’intervento di Ismea.
L’Italia è tra i Paesi che hanno prezzi di acquisto dei terreni e canoni di locazione più elevati in Europa e secondo gli ultimi dati nelle aree rurali il numero dei giovani si è ridotto del 44% negli ultimi dieci anni, ponendo a rischio la tenuta demografica e socioeconomica di interi territori. Una tendenza coerente con quanto si sta verificando negli altri settori economici, che dipende anche dalla maggiore attrattività di altre forme di impiego e dalla fuga verso l’estero.
Allo stesso tempo, però, si stanno delineando le caratteristiche di una nuova generazione di imprenditori agricoli che, sfruttando le nuove tecnologie e cogliendo le ultime tendenze dei consumi, rappresenta una spinta per rinnovare il settore agricolo e farlo uscire da una visione ormai obsoleta, ma ancora diffusa, che lo relega a qualcosa di antiquato e poco redditizio.
C’è infatti una forte correlazione tra le nuove generazioni e una maggiore competitività, capacità di innovare, di fare rete, di diversificare le fonti di reddito e produrre valore nel territorio. Mediamente i giovani sono più formati, le aziende da loro condotte sono più grandi, più orientate al mercato, il loro livello di digitalizzazione è il doppio dell’agricoltura nel complesso, così come più elevata risulta la propensione all’innovazione.
La redazione