L’olivo (Olea europaea L. var. sativa) viene storicamente coltivato nella maggior
parte dei Paesi del bacino del Mediterraneo, dove rappresenta una coltura arborea
economicamente importante. La pianta ha malattie comuni in tutto il mondo, quali
cercosporiosi, antracnosi, occhio di pavone, muffa fuligginosa, marciume dei frutti,
verticillium e phoma dieback.
Ma una nuova sindrome è stata recentemente osservata in Sicilia: consiste in una
clorosi fogliare, associata con macchie necrotiche irregolari marginali o apicali, che
poi fluiscono provocando l’appassimento delle punte delle foglie. I rametti sintomatici
presentano defogliazioni apicali, necrosi corticali e avvizzimento.
Uno studio eziologico preliminare condotto in due oliveti siciliani ha permesso di
accertare la costante associazione tra microrganismi fungini e organi sintomatici in
declino.
L’Università di Palermo ha identificato le specie fungine predominanti associate alle
foglie e ai rametti sintomatici, utilizzando le caratteristiche morfologiche e il
sequenziamento del DNA della regionespacer (ITS-tecnicamente regione non
codificante del DNA ribosomiale che viene trascritta come parte del 35S rRNA), come
Alternaria alternata, Arthrinium phaeospermum, Phoma cladoniicola e Ulocladium
consortiale.
La patogenicità di queste quattro specie è stata testata su piante di olivo cv.
Biancolilla.
Tutte le specie sono risultate patogene sulle foglie, solo U. consortiale ha prodotto
lesioni corticali sui rametti, suggerendo così il suo ruolo principale nella moria dei
rametti di Olea europaea e A. alternata è già stata segnalata come patogeno di talee
fogliari di germogli.
La redazione
Fonte: www.teatronaturale.it